giovedì 4 febbraio 2010

Nella Nebbia

E guardai nella valle: era sparito
tutto! sommerso! Era un gran mare piano,

grigio, senz'onde, senza lidi, unito.

E c'era appena, qua e là, lo strano
vocìo di gridi piccoli e selvaggi:
uccelli spersi per quel mondo vano.
E alto, in cielo, scheletri di faggi,
come sospesi, e sogni di rovine
e di silenzïosi eremitaggi.

Ed un cane uggiolava senza fine
né seppi donde, forse a certe péste
che sentii, né lontane né vicine;

eco di péste né tarde né preste,

alterne, eterne. E io laggiù guardai:
nulla ancora e nessuno, occhi, vedeste.
Chiesero i sogni di rovine: - Mai
non giungerà? - Gli scheletri di piante
chiesero: - E tu chi sei, che sempre vai? -
Io, forse, un'ombra vidi, un'ombra errante
con sopra il capo un largo fascio. Vidi,

e più non vidi, nello stesso istante.
Sentii soltanto gl'inquïeti gridi
d'uccelli spersi, l'uggiolar del cane,

e, per il mar senz'onde e senza lidi,
le péste né vicine né lontane.

- Giovanni Pascoli -

1 commento:

  1. Rumori di silenzio, eco di passi inesistenti. La mente percorre strani sentieri, nella nebbia, fra le rovine dell'anima, che sono solo segni strani lasciati dal tempo, come monito.

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