lunedì 28 settembre 2009

Cippino tenero...te ne sei andato anche tu...ho perso un altro amico fidato...
Ti ho voluto bene, te ne voglio ancora e tu ne volevi a me.
Piccola bestiolina gialla con gli occhietti di carbone, sei stato la mia compagnia, il mio conforto, il mio sorriso per lunghe giornate...
Ti ho comprato per 25 euro il 24 dicembre dell'anno scorso, eri il regalo di Natale per Chiara...ricordo ancora quanto eri piccino e impaurito, il tuo pigolio squillante, il becco rosa, le alucce tenere.
Ci siamo intesi subito.
Nessun canarino faceva la barbetta come la facevi tu, e nemmeno la cresta, nessun canarino rispondeva al suo nome come facevi tu, nessuno giocava coi miei capelli e mi guardava strano quando avevo l'asicugamano in testa, dopo la doccia.
Ti ho tenuto vicino quando ho scritto, quando ho disegnato, quando ho ascoltato la musica, ho litigato con Marco, ho riso, ho pianto, sono tornata tardi la notte in punta di piedi...avevi sempre qualche pigolio x me, ed unos guardo di fiducia...
Ci volevamo bene, lo sapevamo io e te...
Stamattina sepevo che non ti sentivi bene, ti ho visto...non ho saputo aiutarti, un'umana non sa che fare per un uccellino, anche se è suo amico...
Ti sono stata accanto quando non riuscivi a respirare bene, poi sono andata a lavoro e prima di uscire ti ho fatto la stupida promessa che sarebbe andato tutto bene, che saresti guarito, che ti avrei aiutato io a riprenderti...eri una pallina gialla, eri affaticato e stanco...ti ho cambiato l'acqua per l'ultima volta e l'ho fatto con cura, perchè ti ho amato, piccolo tesorino, e piango mentre ti do quest ultimo saluto...

Mi mancherai, amico mio piccino, cippino tenero sgrubino...
Sarai sempre nel mio cuore, animaletto tenero e affettuoso...ti ricorderò sempre...sempre.




- Tratto da "L'Usignolo e la Rosa" di Oscar Wilde -

"E quando la Luna iniziò a splendere in cielo, l'Usignolo volò dal Cespuglio di rose e gettò il suo petto contro una spina. Tutta la notte cantò con il petto contro la spina e la fredda, pallida Luna si sporse ad ascoltare il suo canto. Tutta la notte cantò, e la spina penetrò sempre più profondamente nel suo petto, e il suo sangue, il suo fluido vitale, fuggì da lui.
Dapprima cantò della nascita dell'Amore nel cuore di un ragazzo e una ragazza. E sul ramo più alto del Cespuglio di rose spuntò un fiore meraviglioso, petalo dopo petalo, man mano che una canzone seguiva l'altra. Era pallido, all'inizio, come la bruma che cala sulla riva del fiume nel primo mattino, e colore dell'argento, come le ali dell'aurora. Come l'ombra di una rosa in uno specchio d'argento, come l'ombra di una rosa in uno stagno, così si colorò il fiore che cresceva sul ramo più alto del Cespuglio.
Ma il Cespuglio disse all'Usignolo di premere più forte contro la spina che gli trafiggeva il petto. "Premi più forte, piccolo Usignolo! - incitò il Cespuglio. - O il Giorno si alzerà prima che la Rosa sia spuntata".
Così l'usignolo premette più forte e sempre più alta salì la sua canzone mentre cantava della nascita della passione nell'animo di un uomo e una donna.
E un delicato flusso di colore tinse i petali del fiore, simile al rossore che coglie il volto del fidanzato mentre bacia la sua promessa. Ma la spina non aveva ancora raggiunto il suo cuore e per questo motivo il centro dei petali rimaneva bianco: solo il sangue del cuore di un Usignolo può arrossare il cuore di una rosa.
E ancora il Cespuglio disse all'Usignolo di premere più forte contro la spina. "Premi più forte, piccolo Usignolo! - incitò il Cespuglio. - O il Giorno si alzerà prima che la Rosa sia spuntata".
Così l'usignolo premette più forte e la spina trafisse il suo cuore: sentì una fitta dolorosa. Amaro, amaro fu il dolore e la sua canzone salì sempre più forte: cantava dell'Amore che è reso perfetto dalla Morte, dell'Amore che non può morire in una tomba.
E la meravigliosa rosa divenne cremisi, il colore del cielo ad oriente. Cremisi la ghirlanda dei petali e rosso rubino il cuore del fiore.
Ma la voce dell'Usignolo divenne più debole e le sue piccole ali cominciarono a sbattere: un velo gli annebbiò la vista. Sempre più debole saliva la sua canzone e cominciò a sentire qualcosa che gli soffocava la voce in gola.
Quindi cantò un'ultima volta. La Luna bianca l'ascoltò e si dimenticò dell'alba incombente, indugiando in cielo. La rosa rossa l'ascoltò e fu scossa da una specie di estasi, aprendo i suoi petali alla fresca brezza del mattino. L'eco portò il suo canto alla sua caverna purpurea sulle colline e svegliò i pastori dai loro sogni. Il suo canto galleggiò attraverso i canneti del fiume e arrivò fino al mare.
"Guarda, guarda! - esclamò il Cespuglio. - La rosa ora è spuntata".
Ma l'Usignolo non rispose perché giaceva morto nell'erba alta, con una spina piantata nel petto."

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