sabato 23 gennaio 2010

Melina vuole vivere...


Forse sto riconquistando il mio fallimento...forse...ci sono quasi... E sto bene, maledettamente bene...perchè l'autodistruzione è qualcosa di insensato e tutto è meglio fuorchè impazzire...il fallimento è meglio di questo dolore sordo che non mi fa respirare... Vattene via, lasciami in pace, vattene vattene vattene via, lontano da me... Ho fatto di tutto, ho dato il massimo, MA HO PERSO ANCORA... Ho perso non posso farci nulla, non posso morire Dio, non posso morire...deve esserci una via secondaria... MELINA HA SCALATO 99 MURI E ALL'ULTIMO SI è FERMATA... si è fermata e non riesce ad avanzare... Quel muro è scivoloso, cosparso d'olio e quell'olio sembra essere bollente...puzza in modo nauseabondo ed è nero, nero come il vuoto, nero come il nulla. Quel muro è costellato di chiodi che graffiano, di cocci di bottiglie che luccicano malignamente, di filo spinato che strappa le carni...puzza di morte quel muro, puzza di pianti e lacrime e sudore di chi ha paura...quel muro è duro come la paura, la paura dura come il diamante... Melina non crede di poterlo scalare perchè i 99 muri che si è lasciata alle spalle l'hanno stremata, le hanno lacerato la carne, scorticato l'anima, spezzato le ossa...Melina ha le unghie sanguinanti ed è così maledettamente piccola, così maledettamente fragile di fronte a quel muro...Melina vuole vivere, vivere senza per forza dover scalare quello schifoso muro del male, Melina vuole aggirarlo quel muro, per una volta vuole aggirarlo perchè la sua buona dose di sofferenze la vita gliele ha già date...Melina vuole sorridere... Melina ha gli occhi sbarrati di fronte a quel muro alto quanto un gigante, sotto un cielo scuro e sempre grigio, lei vorrebbe soltanto vivere la propria vita e lasciarsi alle spalle il centesimo muro...Melina non vive nei romanzi fantasy che scrive, Melina è un essere umano che ha questa DEBOLEZZA che non riesce a superare... Lei soffre...Melina cerca una via di fuga che non la costringa a scalare quell'abominio ancora una volta... Melina ci prova ma scivola, si scotta, si graffia. Le sue ossa scricchiolano, il suo intero essere trema incessantemente; grida mute la soffocano...perchè il muro copre tutto, tutte le sue parole e l'assorda con le promesse che ha fatto e che non potrà mantenere... Melina desidera che la sola persona che per lei conta in questo mondo, le dica che va tutto bene, Melina vuole che le dica che non importa, che quel muro se ne resterà lì da solo a marcire nella merda dell'inferno perchè è venuto Marco suo a tirarla fuori di lì, perchè Marco suo se vuole può mostrarle che il muro può essere aggirato, forse perdendo qualcosa, infrangendo una promessa, ma guadagnando la serentià... Melina vuole vivere...

7 commenti:

  1. Rispondo qui alle domande che mi hai fatto, perché è giusto, e perché, in parte, a quelle domande rispondi tu stessa, con questo scritto, che a cominciare dal titolo afferma una verità: la consapevolezza del fallimento è un principio di vittoria perché ci permette di urlare, di uscire dal nostro personaggio (fantasy, horror, comico, grottesco che sia) e affermare la VITA. Ci permette di chiedere aiuto, di sporcarci le mani e scheggiarci le unghie continuando a scalare quel maledetto muro, che sarà alto quanto un gigante ma è fatto di gomma. Ci permette di PRETENDERE. Se al di là non c'è nessuno che ascolta, prima o poi l'eco del silenzio ti tornerà amplificato, e allora risponderai con una risata. Se qualcuno in ascolto c'è, ha due possibilità: ascoltare o tapparsi le orecchie. Vincere (insieme) o perdere (da solo). In ogni caso, se Melina vuole vivere, ed è capace di urlarlo, con le lacrime incandescenti della consapevolezza di aver fallito che le corrodono le guance e l'anima, come fiumi di fottuta lava emozionale, lei ha già iniziato a vincere.
    I muri non si aggirano, si abbattono, e le promesse sono fatte per essere infrante. I giuramenti no, quelli sono Sacri.

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  2. Grazie per il tuo commento :D...cmq io la mia decisione l'ho presa anche se fallirò ancora, adesso, sarà solo una battaglia...avrò tutta la vita per migliorare e vincere, semplicemente adesso non è il mio momento...cmq arriverà!
    Grazie di tutto, le tue parole sono state preziose!

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  3. Mi sono avvicinata all'ultimo muro. La consapevolezza era nel fatto che o lo scavalcavo o morivo. E ho deciso di vivere. Ho steso le mie braccia su di esso, lasciando entrare nella mia carne il vetro, il dolore lentamente si tramutava. Ho leccato il sapore di ogni suo anfratto, ritenendolo ambrosia visto tutto quello che avevo trascorso. Ho riposato ascoltando il rumore delle mie ossa e le urla dei miei pensieri. Qualcosa in me stava mutando. Ho iniziato a sorridere del sangue che era sulle mie braccia, usare il suo odore come una droga rigenerante. Ero decisa a superarlo per uscire da quell'inferno, in cui mi avevano cacciata. Ce la stavo per fare, ero sopra di lui, a cavalcioni. Potevo solo saltare e la vita era la, davanti a me. Persi il mio sguardo all'orizzonte. Vidi un nuovo mondo. La felicità, la pace, la tranquillità. Avevo paura di ciò che non avevo mai provato. C'erano persone pulite e radiose che mi tendevano la mano, altri che si affannavano a cercare una scala, chi mi porgeva cibo e vestiti. E allora saltai. Avevo deciso. E il mio sorriso si stese sulle labbra. Ero tornata nel mio inferno, lasciando la nuova strada per la quale avevo combattuto i 100 muri. Ero tornata nel mio inferno, quello da cui, per una vita, avevo desiderato fuggire.

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  4. Grazie a te per aver voluto esprimessi il mio pensiero. Se in qualche modo le mie parole ti sono state utili, in positivo, ne sono felice :)
    Se hai preso una decisione, qualunque essa sia, seguila fino in fondo, e falla vibrare.

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  5. grazie di tutti, a tutti coloro che hanno risposto a questo mio post (scusate il gioco d parole :D )

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  6. Hai lasciato il tuo commento, in un mio blog da molto tempo addormentato. Ho deciso di chiuderlo, perchè era una parte della mia vita che non voglio rileggere. Ho comunque ascoltato il tuo commento. Buona giornata.

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  7. Ciao Ninfa, ho visto che sei passata a trovarmi e ho pensato di ricambiare la visita...questo scritto così triste, che riguarda un tuo fallimento,è troppo personale perchè possa commentarlo visto che non ci conosciamo. Mi è cmq piaciuto il modo in cui è scritto, la disperazione e allo stesso tempo la forza che traspare dalle parole.
    Ciao

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