sabato 19 giugno 2010

Delusa da te...

Il lavoro è durato 1 giorno e mezzo...me ne sono andata via piangendo. Non volevano una cassiera/responsabile che di tanto in tanto pulisse la vetrina e desse un'occhiata ai tavoli x 25 euro al giorno bensì una sguattera. Dopo le estenuanti pulizie di ieri e il continuo servire ai tavoli, volevano che io salissi su di uno sgabello alto quasi quanto me e che smontassi un condizionatore enorme, che lo pulissi dentro e fuori e che poi pulissi delle mensole dove c'erano decine di bottiglie di vino e barattoli di miele che avevano sopra mesi interi di sporcizia. Sono emotiva, e invece di prenderla a pesci in faccia mi sono rifiutata con cortesia, e mentre ero dietro il banco a pulire una catasta di merendine Vitasnella ke sicuramente la proprietaria avrebbe buttato scadute, mi è venuto da piangere... "Che cosa ci faccio io qui?" Mi sono chiesta... Quello non era il mio posto...dovevo andare via... Ho pianto, sono uscita fuori a chiamarti, ma tu hai saputo soltanto rispondermi che nn so fare sacrifici... Poi è passato Peppe e mi ha vista così ed è rimasto un pò a parlare cn me...anche lui ha detto che nn era un lavoro adatto a me, poi mentre ero fuori è venuta la proprietaria che vedendomi piangere nn m ha kiesto come stavo, bensì ha detto "No, nn piangere qua fuori sembra brutto, spostati..." Da quelle parole ho deciso che me ne sarei andata senza voltarmi indietro infatti non appena Peppe è andato via, sono rientrata e le ho parlato. Lei è sembrata offesa, ha detto che potevo lasciare tutto ed andarmene, ma io volevo finire la mia serata. Poi sei arrivato tu, incazzato come una belva, che volevi mangiartela e ringrazio ancora Dio che nn c'era. Volevi portarmi via da lì e ti ho apprezzato...ti ho mandato via cn la promessa ke me ne sarei andata il prima possibile quella sera. Ho aspettato che Marianna venisse, le ho ripetuto le mie intenzioni e lei m ha pagato le giornate d lavoro e m ha lasciata andare. Distrutta e amareggiata sn tornata a casa e t ho chiamato, e tu sei stato carino al telefono, anche se eri nervosissimo, mentre quando poi sei venuto a prendermi x stare un pò insieme, mi ha massacrata... Le tue parole mi hanno lacerato la pelle e come chiodi si sn conficcate nel mio cuore.

7 commenti:

  1. hai mollato il lavoro e hai fatto trenta.. ora fai trentuno

    RispondiElimina
  2. Mi dispiace per questa brutta esperienza... il lavoro purtroppo all'inizio è sempre fatto di gavetta...
    Ma lavorare per chi ti dice una frase simile? No, non credo che la gavetta l'avrei fatta nemmeno io...
    Dai su! Vedrai che il sole torna a splendere! Tieni duro! Sorridi.

    RispondiElimina
  3. ah... sarei quasi propensa a dare ragione a Malumore... (pur essendo molto ottimista di natura). Hai bisogno di chi ti appoggi in qualsiasi scelta tu faccia. Che ti dica la sua opinione, ma che ti appoggi.

    RispondiElimina
  4. mi dispiace purtroppo la vita per chi e abituato subire e questa.Chi non ti capisce non sa cosa tu provi e quanto stai male e punta su te stessa che e la persona che non ti lascia mai sola.E vedrai che sicuramente troverai uno molto meglio di quello. un abbraccio

    RispondiElimina
  5. Il tuo sfogo mi ha colpita, ed il nuovo template del blog, con le goccioline sul vetro mi fa venire in mente che la vita e' troppo breve. Una quantita' d'acqua troppo piccola e preziosa per sprecarne anche una sola goccia con chi non sa apprezzarla.
    Concordo con Malumore: fai trentuno. E magari anche trentadue.

    RispondiElimina
  6. Toccante questo Tuo scritto.. permettimi di dire la mia... mandalo al diavolo!
    Una donna vicino ad un simile soggetto non avrà mai spazio per vivere davvero.
    Fari trentuno come dice malumore.. e a Te l'umore salirà alle stelle :)
    In bocca al lupo!

    RispondiElimina
  7. No, francy, sei fuori strada...leggi qualche altro post che c'è sul mio blog e poi commenta ancora...
    Anche gli innamorati possono sbagliare, e sanno farsi perdonare di tutto...

    RispondiElimina

Grazie di aver lasciato il tuo commento...