martedì 21 aprile 2009

Le mie amate 3 di Giovanni Pascoli...

Il lampo

E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tragico tumulto
una casa apparì sparì d'un tratto;
come un occhio, che, largo esterefatto,
s'aprì si chiuse, nella notte nera.

Il Tuono

E nella notte nera come il nulla,
a un tratto, col fragor d'arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò. rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s'udì di madre, e il moto d'una culla.

Temporale
Un bubbolio lontano...
Rosseggia l'orizzonte,
come affocato, a mare;
nero di pece, a monte,
stracci di nubi chiare,
tra il nero un casolare,
un'ala di gabbiano.

2 commenti:

  1. sarebbero belle , il sole,l'alba e la spiaggia assolata in un giorno d'esate. Chissà se le ha mai scritte.

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  2. Credo possa intravedersi il sole anche in poesie cm questa...
    Rispecchia molto il mio modo di scrivere, non parlo ovviamente dello stile, perchè non so scrivere poesie e non mi paragonerei cmq mai a Pascoli, xò quel turbamento d'animo delle giornate nuvolose e ventose...

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